
La contabilizzazione del calore per un’equa ripartizione delle spese
Ottenere una ripartizione delle spese di riscaldamento in base ai reali consumi dei singoli alloggi e’ possibile grazie alla contabilizzazione del calore. Facciamo degli esempi
Attraverso la contabilizzazione del calore è possibile ripartire le spese di riscaldamento tra gli utenti dei singoli alloggi di un complesso edilizio in base ai consumi reali effettuati, misurando quanto calore viene prelevato dalla rete di riscaldamento comune a livello dei singoli alloggi. Ciò consente di superare il parametro dei millesimi di proprietà per la suddivisione delle spese.
E senza dubbio un’equa ripartizione delle spese di riscaldamento consente una più oculata gestione delle risorse e armonia tra gli utenti, evitando contenziosi di carattere economico. L’evoluzione, rispetto al passato, consiste nel riuscire a identificare la quota di calore volontariamente prelevato dall’impianto di riscaldamento da ogni singolo utente rispetto alla quantità di calore totale, per procedere a una ripartizione delle spese che tenga conto dei reali consumi.
Possiamo pensare alla spesa per climatizzazione invernale come alla somma di due componenti: una quota fissa e una quota variabile.
Quota fissa
La quota fissa rappresenta la spesa occorrente a fornire il servizio di riscaldamento alle utenze; essa è formata, a sua volta, da una componente gestionale e da una energetica.
Nella componente gestionale ricadono le spese di conduzione e manutenzione ordinaria dell’impianto di climatizzazione invernale e/o produzione di acqua calda sanitaria e la gestione del servizio di contabilizzazione del calore per la ripartizione delle spese.
La componente energetica della spesa fissa corrisponde alla quantità di calore disperso dal sistema impiantistico, frutto delle inefficienze dello stesso (valutabile attraverso una diagnosi energetica conforme alla UNI TS 11300).
La ripartizione della quota di spesa fissa per climatizzazione invernale, così come disposto dalla norma UNI 10200 del 2013, avviene in base ai millesimi di energia termica utile delle singole unità immobiliari, ricavati anch’essi attraverso una diagnosi energetica.
Il fabbisogno di energia termica utile per climatizzazione invernale rappresenta la quantità di energia termica necessaria per la climatizzazione invernale della singola unità abitativa.
Quota variabile
La quota variabile è caratterizzata da una componente esclusivamente energetica. Tale quota rappresenta la quantità di calore volontariamente prelevato dall’utente dall’impianto termico.
Nel caso di contabilizzazione diretta, le unità rilevate corrispondono a valori di energia (espressi in kWh); è possibile quindi per differenza rispetto al calore prodotto dalla centrale termica (misurato con un contatore di energia posto nella centrale stessa) ricavare la quantità di energia dispersa dal sistema (consumo involontario).
Nel caso, invece, di contabilizzazione indiretta le unità rilevate dai ripartitori non sono esprimibili in kWh, ma tuttavia forniscono un parametro fondamentale nel riproporzionare tra gli utenti la quota di spesa variabile.
Spesa totale
Il costo totale da attribuire alle singole utenze viene ricavato sommando le due componenti: quota fissa e quota variabile.
Il progettista dell’intervento dovrà analizzare il caso specifico e proporre, se necessario, interventi di coibentazione delle strutture disperdenti, al fine di evitare notevoli squilibri in termini energetici tra gli appartamenti intermedi e quelli posti alla base e in sommità (aventi dispersioni termiche in percentuale di gran lunga superiori).